Pizza d’artista sulla strada del Vesuvio

Salendo sul Vesuvio, al termine della strada provinciale 259, in quella che rappresenta una delle ville destinate alla ristorazione ed ai ricevimenti, Villa Giovanna, c’è una storia di cibo e soprattutto di pizza. Dopo gli studi in quell’istituto alberghiero di Vico Equense che ha sfornato grandi talenti di cucina, Gianfranco Iervolino dal corso sala e bar approda ad esperienze in varie cucine iniziando da quella del servizio militare. Nel 1997 si avvicina alla pizza per caso e ne rimane affascinato al punto tale da studiare ed approfondire le tecniche, gli impasti, le lievitazioni, l’amore verso la cucina e la sua creatività fanno il resto. Francesco Formisano, patron di Villa Giovanna, accoglie nella sua struttura Gianfranco, innovatore per divertimento ma solidamente ancorato alla tradizione, il Maestro parla degli impasti con dovizia di particolari ed approfondimenti tecnici non comuni alla categoria, è un entusiasta decisamente in fase ascendente prima che sui suoi colleghi, lo è su se stesso. Sala sempre con grande affluenza tutti giorni della settimana sotto lo sguardo vigile di Formisano jr., undici pizze della tradizione e nove innovative, con una “chicca”: pizza da 180 grammi, condita con S. Marzano DOP, mozzarella di bufala ed EVO in uscita: 28% di calorie in meno rispetto alla sorella “maggiore”.

Piccola cantina anche al bicchiere, birre industriali ed artigianali sono in abbinamento a tutti i “diametri” presenti nel piatto. Gianfranco è tra i pochi artigiani che usa Farina Petra, macinata a pietra, di difficile gestione ma di grandi risultati, le materie prime sono tutte d’eccellenza, dal pesce che arriva dall’attività di  famiglia all’olio di cui è grande promotore. Le pizze di Iervolino, come nei grandi piatti, hanno sempre un filo d’olio a crudo, extravergini di diverse provenienze scelti secondo farcitura. Sul disco di pasta, lievitato 48 ore, troverete esclusivamente San Marzano DOP e Pomodorino del Piennolo, neanche a dirlo, del Vesuvio, latticini di Agerola e prodotti caseari di Battipaglia, ma anche tonno calabrese, alici di Cetara, verdure del vulcano. Per darvi un’idea della sua personalità, ecco un assaggio: cialdina (una minipizza dal diametro di circa 15 cm) con fior di latte di Agerola, carciofi cotti nel forno a legna e gamberi marinati, olio extra vergine di oliva del Cilento, servita con gelatina di Campari. Di dimensioni normali, due non bastano! Napoletana: pomodoro San Marzano, pomodorino del Piennolo del Vesuvio, alici di Cetara, Olive nere, origano di montagna, evo del Cilento. Pagnottina con provola di Agerola, speck dell’Alto Adige, provolone del Monaco, rucola e riduzione di Aglianico. Vellutata di zucca, peperoncino, provola, porcini, pancia di maiale aromatizzata alle erbe, granella di nocciole, olio evo del Vesuvio. Pizza con lo stoccafisso, pizza con il cavolfiore, pizza con il foresta nera ma anche le tradizionali per chi le emozioni vuole provarle secondo le sue abitudini.

Una pizza con impasto fragrante e mai croccante dal profumo di forno che fa da contenitore ai migliori ingredienti del territorio. Questa è la pizza di Gianfranco Iervolino.

Una pizza sotto il Vesuvio è una piccola trasferta ben ripagata, sorprende come un bravo protagonista ed un grande prodotto si possano trovare a queste altitudini, ma si sa, in terra vulcanica ci sono uomini che fanno la differenza…

Un P.S. è d’obbligo: Gianfranco è stato allievo di Sergio Bruni, se avete la fortuna di assaggiare anche la sua chitarra e la sua voce, una serata a così alto tasso artistico, pizza e canto, è difficile poterla vivere in qualsiasi altra pizzeria.

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