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Ottaviano, Villa Giovanna. Due pizze spettacolari di Gianfranco Iervolino premiate dal Gambero Rosso

Via Valle delle Delizie. Fine strada panoramica 259 Ottaviano, Na, Monte Somma
Tel 081 8279014 cell. 327 2843557
http://villagiovanna.sitiwebs.com
Latitudine 40.834175, Longitudine 14.457576

di Tommaso Esposito

Ecco, siamo arrivati giusto in tempo per assaggiare due pizze del menu invernale di Gianfranco Iervolino.
Quasi come l’ultima neve di primavera.
Quassù fa ancora freschetto, si è quasi in cima al Monte Somma, al di qua del cono del Vesuvio.
A rendere più calda l’atmosfera ci pensa Francesco Formisano, il proprietario, con la sua accoglienza e il suo garbo, mentre il pizzaiuolo guida la squadra al di là del bancone.

Ecco la prima: Crema di cavolfiore.

Ci stanno una vellutata di cavolfiore, code di gamberi freschissimi perfettamente eviscerati, olio evo e sottili veli di lardo di Colonnata. Sentori immensi di limone Sfusato d’Amalfi in esili zeste.

Ci stanno sopra: Provolone del Monaco Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Olio evo sorrentino. E il pomodoro di Corbara luccica come perle rosse: sono  gocce di confettura.

Pura goduria.

Allora ne vedremo, e gusteremo, delle belle il 12 maggio a Le Strade della Mozzarella.

Nuovi impasti e nuove tendenze prenderanno forma nel cuore e tra le mani di Gianfranco.

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Guida Pizzerie del Gambero Rosso. Ecco i risultati

450 locali selezionati nelle categorie: pizza napoletana, italiana e gourmet, al taglio o al piatto. E un aumento dei premiati con il massimo delle valutazioni. La guida Gambero Rosso delle pizzerie italiane 2015 fotografa un momento florido per il piatto che più ci rappresenta nel mondo. Ecco i risultati.

È un momento felice per la pizza. Il prodotto simbolo dell’Italia registra una decisa crescita in termini di qualità e successo, forte di un’identità e della capacità di dialogare con la tradizione in modo sempre più consapevole: impasti, lavorazione, selezione delle materie prime, creatività nei condimenti. Questi gli elementi che danno vita a un prodotto gustoso e digeribile, sempre più in grado di stare al fianco delle migliori espressioni della grande cucina italiana. La Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso dà testimonianza di questa situazione con 450 esercizi censiti, pizzerie al taglio o al piatto, e un aumento considerevole di spicchi e rotelle: passano da 30 a 45 le pizzerie che prendono il massimo dei voti, tra gourmet, napoletane o italiane. Una crescita diffusa che non è riservata solo alle realtà di nuova concezione, più vicine alla cucina d’autore, ma che troviamo anche nelle espressioni di stampo tradizionale, soprattutto partenopee, forti di un felice dialogo con il grande artigianato che non chiude alle nuove esperienze, ma al contrario le integra in una prospettiva che unisce gusto e digeribilità. Per chi aspira a diventare il nuovo re della pizza, la Città del gusto di Napoli è sede del corso Professione pizzaiolo, in cui verranno affrontate tutte le tematiche di questo grande prodotto, dall’impasto alla cottura fino al marketing per creare i tre spicchi di domani.

Torniamo alla guida: per la pizza napoletana si conferma leader la Campania con 12 locali Tre Spicchi; la Pizza all’Italiana vede premiati il Lazio con 3 locali e il Piemonte e l’Abruzzo con 1, nella sezione Pizza Gourmet, in testa il Veneto con 3 locali, l’Emilia Romagna, la Toscana e la Lombardia con 2, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, l’Umbria e il Lazio con 1. Premiate anche con le Tre Rotelle le migliori pizzerie a taglio: regione leader il Lazio con 3 locali, seguono la Toscana con 2 e il Veneto, la Campania, la Calabria e la Sardegna con 1.

Tra i premi speciali di quest’anno quello ai Maestri dell’impasto va a Renato Boscodi Saporè a Verona, e a Enzo Coccia de La Notizia di Napoli. Mentre il premio Pizze dell’anno è andato a tre locali: Mediterraneo a Brugnera (PN), con la pizza Nuvola con carciofi sardi, culaccia, mozzarella di bufala, pomodoro corbarino, origano di Pantelleria e Parmigiano Riserva 30 mesi; alla Pizzeria Bellavista a Picinisco (FR) per la Pizza con orapi, mozzarella e speck e a Villa Giovanna di Ottaviano (NA) per la Crema di cavolfiore, code di gamberi, veli di lardo di Colonnata e scorza di limone sfusato d’AmalfiLa migliore carta dei vini e delle birre è andato a i Tigli in Veneto e Salvo da Tre Generazioni in Campania.

Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso | pp 304 | euro 8,90 | in edicola e in libreria e on line
Per saperne di più: www.gamberorosso.it/guidapizzerieditalia

La Guida Pizzerie d’Italia – nuova edizione è stata realizzata anche grazie al sostegno di alcune Aziende leader del mondo della pizzeria professionale.

Ringraziamo:

Agrigenus – Produttore di San Marzano Dop | www.agrigenus.com/
Agugiaro & Figna – 5 Stagioni – Produttore di farine di alta qualità | www.agugiarofigna.com/
Casa Barone – Produttore Biologico del parco del Vesuvio | www.casabarone.it/
Inpact – Confezioni per pizza da asporto con brevetto originale | www.inpact.biz/
Marana Forni – Forni professionali a legna e gas | www.maranaforni.it/ 
Molino Dallagiovanna – Produttore di farine di alta qualità | www.dallagiovanna.it/
Molino Pasini SpA – Produttore di farine di alta qualità | www.molinopasini.com/
Radeberger Birra Dab – Grandi birre dalla Germania | www.radeberger.it/
Refrattari Valoriani – Forni professionali a legna e gas |  www.valoriani.it

Inoltre ringraziamo la Polin Forni di Verona www.polin.it/, che ci ha messo a disposizione i forni per l’evento di presentazione

Le pizze in degustazione all’evento di presentazione saranno abbinate con il Pignoletto, il vino bianco leggero e fresco prodotto nella zona della DOC Colli Bolognesi.

ECOO L’ELENCO DELLE PIZZERIE PREMIATE

I Tre Spicchi

Le migliori pizze al piatto

PIZZA NAPOLETANA

LOMBARDIA
Montegrigna by Tric Trac – Legnano (MI)
Enosteria Lipen – Triuggio (MB)

TOSCANA
Palazzo Pretorio – Tavarnelle Val di Pesa (FI)

MARCHE
Mamma Rosa – Ortezzano (FM)

UMBRIA
Spirito Divino – Montefalco (PG)

CAMPANIA
Pepe in Grani – Caiazzo (CE)
50 Kalò – Napoli
Da Attilio alla Pignasecca – Napoli
Fratelli Vuolo Eccellenze Campane – Napoli
Trattoria Fresco – Napoli
La Notizia via Caravaggio, 53 – Napoli
La Notizia via Caravaggio, 94 – Napoli
Sorbillo – Napoli
Starita – Napoli
Villa Giovanna – Ottaviano (NA)
Era Ora – Palma Campania (NA)
Pizzeria Salvo da Tre Generazioni – San Giorgio a Cremano (NA)

PIZZA ALL’ITALIANA

PIEMONTE
Libery Pizza & Artigianal Beer -Torino

ABRUZZO
La Sorgente – Guardiagrele (CH)

LAZIO
La Gatta Mangiona – Roma
Sforno – Roma
Tonda – Roma

PIZZA GOURMET

PIEMONTE
Pomodoro & Basilico – San Mauro Torinese (TO)

LOMBARDIA
PizzaSirani – Bagnolo Mella (BS)
Dry Cocktails & Pizza – Milano

VENETO
Ottocento Simply Food – Bassano del Grappa (VI)
I Tigli – San Bonifacio (VR)
SaporèPizza e Cucina – San Martino Buon Albergo (VR)

FRIULI VENEZIA GIULIA
Mediterraneo – Brugnera (PN)

EMILIA ROMAGNA
SP.accio – Coriano (RN)
‘O Fiore Mio – Faenza (RA)

TOSCANA
La Spela – Greve in Chianti (FI)
Apogeo Giovannini – Pietrasanta (LU)

MARCHE
Urbino dei Laghi – Urbino

UMBRIA
La Posta Avigliano – Urbino (TR)

LAZIO
La Fucina – Roma

Le Tre Rotelle

Le migliori pizze a taglio

VENETO
Saporè Asporto – San Martino Buon Albergo (VR)

TOSCANA 
Menchetti – Arezzo
La Divina Pizza – Firenze

LAZIO
Angelo e Simonetta – Roma
Panificio Bonci – Roma
Pizzarium – Roma

CAMPANIA
La Masardona – Napoli

CALABRIA
Pizzamore – Acri (CS)

SARDEGNA
Pizzeria Bosco – Tempio Pausania (OT)

Le Strade della Mozzarella

Il testimonial passa quindi a Gianfranco Iervolino: oltre la margherita classica, dal suo percorso di ricerche e sperimentazioni, due nuovi impasti per la base della pizza: una con base alle rape rosse, condita Mozzarella di bufala, Corbarini in acqua e saleConfettura di Corbarini e formaggio blu di bufala espressione di dolcezza e sapidità in un gradevole ed equilibrato connubio, l’altra, la pizza “Vesuvio”, dai sapori di mare,  con impasto base al nero di seppia, mozzarella di bufala, piennolo “L’Orto di Lucullo! , acciughe dissalate e menta del Vesuvio: una pizza, definita dallo stesso Iervolino, “dal disordine perfetto”.

 

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A ‘Le strade della mozzarella’ 30 chef esaltano pizza Tra i protagonisti di scena anche alcuni noti pizzaioli

(ANSA) – MILANO – La mozzarella di bufala campana dop sbarca a Milano e lo fa per presentare l’edizione 2014 delle ‘Strade della Mozzarella’ che questa’anno avrà una ‘guest star’ d’eccezione: la pizza napoletana. Si rinnova dunque l’appuntamento, a Paestum dal 12 al 14 maggio, con il congresso dedicato all”oro bianco’.

Trenta gli chef italiani (tra questi David Scabin, Giancarlo Perbellini, Gennaro Esposito, Antonino Cannavacciuolo, Niko Romito) impegnati sul campo e anche alcuni prestigiosi protagonisti da Francia e Spagna come Quique Dacosta, Josean Martinez Alija e Jean-Francois Piege.

Mentre con il focus sulla pizza saranno di scena anche alcuni tra i pizzaioli napoletani più rinomati: Gino Sorbillo, Salvatore e Francesco Salvo, Gianfranco Iervolino, Franco Pepe, Ciro Salvo. ”Le strade della Mozzarella – spiega Antonio Lucisano, direttore del Consorzio della Mozzarella di bufala campana – nel corso degli anni ci ha consentito di approfondire il nostro rapporto con i grandi chef che, in questo modo, diventano raffinati interpreti di uno dei prodotti più conosciuti e apprezzati del made in Italy”. ”E’ un prodotto che ti da’ la possibilità di fare ed è entrato anche in molte cucine del Nord”, aggiunge Andrea Aprea giovane executive chef campano (che sarà tra gli ospiti della rassegna) del Vun (una stella Michelin) del Park Hyatt di Milano. (ANSA).

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Pizza d’artista sulla strada del Vesuvio

Salendo sul Vesuvio, al termine della strada provinciale 259, in quella che rappresenta una delle ville destinate alla ristorazione ed ai ricevimenti, Villa Giovanna, c’è una storia di cibo e soprattutto di pizza. Dopo gli studi in quell’istituto alberghiero di Vico Equense che ha sfornato grandi talenti di cucina, Gianfranco Iervolino dal corso sala e bar approda ad esperienze in varie cucine iniziando da quella del servizio militare. Nel 1997 si avvicina alla pizza per caso e ne rimane affascinato al punto tale da studiare ed approfondire le tecniche, gli impasti, le lievitazioni, l’amore verso la cucina e la sua creatività fanno il resto. Francesco Formisano, patron di Villa Giovanna, accoglie nella sua struttura Gianfranco, innovatore per divertimento ma solidamente ancorato alla tradizione, il Maestro parla degli impasti con dovizia di particolari ed approfondimenti tecnici non comuni alla categoria, è un entusiasta decisamente in fase ascendente prima che sui suoi colleghi, lo è su se stesso. Sala sempre con grande affluenza tutti giorni della settimana sotto lo sguardo vigile di Formisano jr., undici pizze della tradizione e nove innovative, con una “chicca”: pizza da 180 grammi, condita con S. Marzano DOP, mozzarella di bufala ed EVO in uscita: 28% di calorie in meno rispetto alla sorella “maggiore”.

Piccola cantina anche al bicchiere, birre industriali ed artigianali sono in abbinamento a tutti i “diametri” presenti nel piatto. Gianfranco è tra i pochi artigiani che usa Farina Petra, macinata a pietra, di difficile gestione ma di grandi risultati, le materie prime sono tutte d’eccellenza, dal pesce che arriva dall’attività di  famiglia all’olio di cui è grande promotore. Le pizze di Iervolino, come nei grandi piatti, hanno sempre un filo d’olio a crudo, extravergini di diverse provenienze scelti secondo farcitura. Sul disco di pasta, lievitato 48 ore, troverete esclusivamente San Marzano DOP e Pomodorino del Piennolo, neanche a dirlo, del Vesuvio, latticini di Agerola e prodotti caseari di Battipaglia, ma anche tonno calabrese, alici di Cetara, verdure del vulcano. Per darvi un’idea della sua personalità, ecco un assaggio: cialdina (una minipizza dal diametro di circa 15 cm) con fior di latte di Agerola, carciofi cotti nel forno a legna e gamberi marinati, olio extra vergine di oliva del Cilento, servita con gelatina di Campari. Di dimensioni normali, due non bastano! Napoletana: pomodoro San Marzano, pomodorino del Piennolo del Vesuvio, alici di Cetara, Olive nere, origano di montagna, evo del Cilento. Pagnottina con provola di Agerola, speck dell’Alto Adige, provolone del Monaco, rucola e riduzione di Aglianico. Vellutata di zucca, peperoncino, provola, porcini, pancia di maiale aromatizzata alle erbe, granella di nocciole, olio evo del Vesuvio. Pizza con lo stoccafisso, pizza con il cavolfiore, pizza con il foresta nera ma anche le tradizionali per chi le emozioni vuole provarle secondo le sue abitudini.

Una pizza con impasto fragrante e mai croccante dal profumo di forno che fa da contenitore ai migliori ingredienti del territorio. Questa è la pizza di Gianfranco Iervolino.

Una pizza sotto il Vesuvio è una piccola trasferta ben ripagata, sorprende come un bravo protagonista ed un grande prodotto si possano trovare a queste altitudini, ma si sa, in terra vulcanica ci sono uomini che fanno la differenza…

Un P.S. è d’obbligo: Gianfranco è stato allievo di Sergio Bruni, se avete la fortuna di assaggiare anche la sua chitarra e la sua voce, una serata a così alto tasso artistico, pizza e canto, è difficile poterla vivere in qualsiasi altra pizzeria.

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Ottaviano, Villa Giovanna. Due pizze spettacolari di Gianfranco Iervolino

Ecco, siamo arrivati giusto in tempo per assaggiare due pizze del menu invernale di Gianfranco Iervolino.
Quasi come l’ultima neve di primavera.
Quassù fa ancora freschetto, si è quasi in cima al Monte Somma, al di qua del cono del Vesuvio.
A rendere più calda l’atmosfera ci pensa Francesco Formisano, il proprietario, con la sua accoglienza e il suo garbo, mentre il pizzaiuolo guida la squadra al di là del bancone.

Ci stanno una vellutata di cavolfiore, code di gamberi freschissimi perfettamente eviscerati, olio evo e sottili veli di lardo di Colonnata. Sentori immensi di limone Sfusato d’Amalfi in esili zeste.

Ci stanno sopra: Provolone del Monaco Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Olio evo sorrentino. E il pomodoro di Corbara luccica come perle rosse: sono  gocce di confettura.

Pura goduria.

Allora ne vedremo, e gusteremo, delle belle il 12 maggio a Le Strade della Mozzarella.

Nuovi impasti e nuove tendenze prenderanno forma nel cuore e tra le mani di Gianfranco.

Via Valle delle Delizie. Fine strada panoramica 259 Ottaviano, Na, Monte Somma
Tel 081 8279014 cell. 327 2843557

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Latitudine 40.834175, Longitudine 14.457576

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PIZZA NAPOLETANA: DOVE ASSAGGIARE LE MIGLIORI Le sue interpretazioni sono migliaia nel mondo, ma sicuramente Napoli e dintorni ne celebrano l’evoluzione. Verso l’haute cuisine.

La pizza, in tutto lo Stivale, sta riscrivendo la sua storia allineandosi alle esigenze di un’alimentazione in continua evoluzione, e si fa portavoce dell’identità di ogni pizzaiolo. Ecco quattro esempi di eccellenza.

Gianfranco Iervolino ha vinto la sua sfida personale: richiamare persone sulle pendici del Vesuvio per mangiare una pizza. Si trova infatti a una ventina di chilometri da Napoli, sul Monte Somma, il locale dove Iervolino realizza i suoi impasti caratterizzati da una lunga lievitazione (oltre 30 ore), dall’utilizzo di farina macinata a pietra e da una grande digeribilità. Pizzaiolo napoletano sui generis, senza una tradizione familiare alle spalle, studia e sperimenta senza sosta. In carta ci sono le pizze classiche della storia napoletana e cinque pizze gourmet che cambiano in base alle stagioni. La più richiesta è la pizza con vellutata di cavolo, provola di Agerola, gambero di Mazara, sfusato di Amalfi e lardo di Colonnata. Tra le più originali invece la pizza Rena Nera (il nome è un omaggio alla sabbia vulcanica) in cui nell’impasto si utilizza il nero di seppia e quella con la rapa rossa, ricca di antiossidanti. Villa Giovanna, Via Valle delle Delizie. Fine strada panoramica 259 Ottaviano, Monte Somma (Napoli), tel. 0818279014.

Franco Pepe ha aperto da poco più di un anno il suo Pepe in Grani (pepeingrani.it) in quel di Caiazzo, ma è da tempo nell’olimpo dei pizzaioli napoletani. La sua firma è l’impasto, preparato con un blend di farine selezionate, una lievitazione minima di dodici ore e una lavorazione che, tutti i giorni, avviene rigorosamente a mano. Il must del locale è “Il sole nel piatto”: una pizza che è sintesi e testimonial del territorio. Già perché Franco Pepe è uno degli ambasciatori di questa zona dove si producono eccellenze come olio extravergine di oliva caiazzana, mozzarella di bufala e conciato romano. E non a caso qui, oltre a mangiare su una terrazza privata con vista sulla Valle del Volturno dove viene apparecchiato un unico tavolo, si può anche soggiornare in una delle due camere e andare alla scoperta dei prodotti locali assaggiati sulle pizze in compagnia di un agronomo. Pepe in Grani, Vico San Giovanni Battista, 3, Caiazzo (Caserta), tel. 0823862718.

Ciro Salvo arriva a Napoli con un locale fresco di apertura situato a pochi passi dal molo di Mergellina. Il nome della pizzeria sintetizza la filosofia che ruota intorno al suo lavoro: 50 Kalò (50kalò.it), nel gergo non scritto usato da secoli dai pizzaioli napoletani, vuol dire infatti “impasto buono”. E l’impasto è alla base di tutto il suo lavoro, iniziato sin da piccolo nella pizzeria di famiglia a Portici: ricco di acqua e con una forte idratazione, risulta morbido e digeribile. Innegabile il suo lavoro di ricerca e conoscenza per il mondo dei lievitati che lo ha portato a ottenere risultati e apprezzamenti da critica e pubblico. Qui, dove la carta offre una ventina di pizze tra tradizione e proposte d’autore, spicca la “Pizza Allenza” premiata come ricetta dell’anno: conciato romano, lardo di Colonnata, fiordilate di Agerola e cipolla ramata di Montoro sono gli ingredienti sapientemente bilanciati a livello di gusto e di calorie. 50 Kalò, Piazza Sannazzaro 201/B, Napoli, tel. 08119204667.

Gino Sorbillo è un pizzaiolo mediatico (sorbillo.it), con una grande tradizione alle spalle. Rappresenta infatti, insieme al fratello Antonio, l’ultima generazione di una storica famiglia napoletana che, con ventun figli tutti pizzaioli, ha scritto pagine importanti per la pizza in città. Il locale di via dei Tribunali, che è tra i più frequentati di Napoli, è stata la prima pizzeria ad aprire in zona e si appresta a ospitare un nuovo spazio interamente dedicato alla pizza fritta. Ma Sorbillo ha aperto anche, sul lungomare, un locale dove la pizza napoletana appaga non solo il palato, ma anche la vista che spazia su uno dei panorami più belli della costa. Sette pizze in carta che vanno dalla Margherita con San Marzano Dop e Fior di Latte Misto Bufala, alla Cetara con pomodorino fresco del Piennolo del Vesuvio, olive nere del Matese, provola affumicata e alici di Cetara. La Campania è nel piatto. Lievito Madre al Mare, Via Partenope 1, Napoli, tel. 08119331280.

di Sarah Scaparone

©Riproduzione riservata

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‘Icon Panorama’ Premia la pizza di Ottaviano: ‘Sul Monte Somma lavorazioni e sapori doc’

OTTAVIANO La “vera pizza” supera i confini del capoluogo partenopeo e sbarca in provincia, almeno secondo la recensione di “Icon Panorama”, supplemento-costola del noto periodico informativo che tratta e parla di moda e tendenze, tra cui anche quelle alimentari. Ed è in tal senso che la pizza di Ottaviano viene premiata: sapori e nuove mode, soprattutto dal punto di vista degli ingredienti e della lavorazione della pietanza simbolo di Napoli e dell’Italia nel mondo.

Il locale recensito ed elogiato da “Icon Panorama” è “Villa Giovanna”, situato in via Valle delle Delizie al civico 259 sul finire della strada Panoramica. Ed il portale web mostra di essersi “innamorato” del pizzaiolo Gianfranco Iervolino: «Ha vinto la sua sfida personale – scrive il critico – richiamare persone sulle pendici del Vesuvio per mangiare una pizza». «I suoi impasti – continua – sono caratterizzati da una lunga lievitazione di oltre 30 ore, dall’utilizzo di farina macinata a pietra e da una grande digeribilità. Pizzaiolo napoletano sui generis, senza una tradizione familiare alle spalle, studia e sperimenta senza sosta».

E poi ancora una lunga serie di virtù: «In carta ci sono le pizze classiche della storia napoletana e cinque pizze gourmet che cambiano in base alle stagioni. La più richiesta è la pizza con vellutata di cavolo, provola di Agerola, gambero di Mazara, sfusato di Amalfi e lardo di Colonnata. Tra le più originali invece la pizza Rena Nera (il nome è un omaggio alla sabbia vulcanica) in cui nell’impasto si utilizza il nero di seppia e quella con la rapa rossa, ricca di antiossidanti».

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Autodidatta con orgoglio!

E’ un grande interprete della classica canzone napoletana. Un cantante fatto e finito che vanta esibizioni di ottimo livello. La napoletanità è un elemento portante del dna di Gianfranco Iervolino, nato a Torre Annunziata, ma cresciuto a Trecase, alle pendici del Vesuvio. Infatti porta anche la pizza nel cuore, come si dice a Napoli. “E’ proprio vero, ma è stata una consapevolezza che si è manifestata nel tempo – commenta Iervolino -. Dopo un’esperienza come barman, nel 1997 ho acquisito a Pompei una pizzeria. Ero il titolare e la dirigevo. Il pizzaiolo però, dalla sera alla mattina trova un altro impiego, e mi abbandona. Che fare? Era l’inizio della stagione estiva e non potevo permettermi di perdere tempo. Così ho chiesto soccorso a due amici che mi hanno trasmesso i fondamentali della professione e il pizzaiolo sono diventato io. Lo dico con orgoglio: sono un autodidatta”. Il bello è che Gianfranco si cala così bene nella parte e si impegna a tal punto che non solo salva la sua attività, ma dopo un paio di mesi riceve i complimenti dalla clientela per la qualità delle sue pizze. “Ci ho messo l’anima – sottolinea – e mi sono dedicato anche ai concorsi ottenendo buoni piazzamenti, ma in seguito ho preferito impegnarmi solo sulla professione. Il vero trofeo conquistato è quando il cliente ti lascia il piatto pulito e ritorna nel tuo locale”. Nel 2001 Iervolino smette i panni dell’imprenditore e si dedica alla pizza come dipendente, concentratissimo sulla sua crescita come pizzaiolo. Le soddisfazioni non mancano e nel 2004 entra nell’organico di un locale polifunzionale che è pizzeria, bistrot e ristorante di alto livello, sempre nel Napoletano. Qui Gianfranco pianta radici e rimane fino al 2011. “E’ stata un’esperienza formativa molto importante – rivela – che mi ha permesso di confrontarmi con chef di primo piano da cui ho imparato molto in merito all’utilizzo ottimale degli ingredienti. Queste nozioni le ho travasate nella pizzeria e le mie farciture si sono evolute. Da qui è nata la passione per la pizza di gastronomia, quella che oggi viene definita pizza gourmet”. Conclusa anche questa esperienza, nel luglio dello scorso anno Gianfranco Iervolino viene chiamato come chef pizzaiolo e direttore presso la Pizzeria Lucignolo la Bella Vita a Boscotrecase nel Parco nazionale del Vesuvio. “Da Lucignolo la farina utilizzata era Petra di Molino Quaglia – spiega -. Farina di cui avevo appena fatto conoscenza frequentando un corso specifico tenuto dal molino pochi mesi prima a Maddaloni. Gli incroci del destino… Studiandola con metodo e applicazione ho imparato ad apprezzarla e a utilizzarne i punti di forza. Fin quando lo scorso novembre mi sono iscritto al simposio tecnico PizzaUp. Al Laboratorio di Vighizzolo d’Este mi sono trovato circondato da colleghi autorevoli, unico pizzaiolo proveniente da Napoli. Mi sono sentito accolto. E’ stato un grande momento di confronto e di apprendimento”. Iervolino nel suo locale utilizza la Farina Petra 3 per realizzare l’impasto a macchina e la Farina Petra 9 per quello a mano; impasti lunghi, minimo 40 ore. Per le sue pizze solo ingredienti selezionatissimi e di stagione che danno vita a una linea tradizionale e a ricette creative. Il risultato è che Lucignolo La Bella Vita è sempre pieno, ci confida, e durante il fine settimana la prenotazione è più che necessaria. “Ma il vero segreto – commenta – è servire una pizza equilibrata nell’abbinamento dei sapori, soffice, leggera e digeribile”.

Per leggere l’articolo originale cliccare qui:

http://www.pizzafood.it/facce-da-pizza/gianfranco-iervolino-universita-della-pizza-molino-quaglia-pizzeria-lucignolo-la-bella-vita-boscotrecase/

Gianfranco Iervolino – Lucignolo Bella Vita

Gianfranco Iervolino è decisamente un pizzaiolo atipico. Se gli chiedi della sua pizza sciorina con scioltezza numeri e termini chimici, indossa la divisa da chef piuttosto che una maglietta nonostante le temperature del forno. Quando se la leva è per andare a cantare le canzoni napoletane del repertorio classico, sua grande passione e secondo lavoro (ha inciso anche due dischi). Ma soprattutto, non ha paura di pronunciare una parola che da molti colleghi conterranei accanto alla pizza viene vista come un’onta: gourmet.

«Per me la pizza è un piatto a tutti gli effetti – dice – e va posta molta cura a quello che ci si mette sopra, oltre che all’impasto. Per me un bravo pizzaiolo deve essere anche un po’ chef, la differenza è che loro trasformano i prodotti mentre noi lo creiamo da zero, partendo da acqua e farina. Da quando ho iniziato a fare la pizza, ho l’ambizione di proporre qualcosa di diverso: 20 anni fa i colleghi mi prendevano in giro perché volevo usare l’olio di oliva sulla pizza invece di quello di semi». Oggi cerca di usare solo il meglio, sia per i condimenti – l’aglio di Mondragone, le alici di Cetara, l’origano fresco del Vesuvio – sia per gli impasti, anche se questo vuol dire uscire dall’ortodossia napoletana usando farine forti («ma anticamente anche a Napoli si usavano, quelle raffinate sono venute dopo» spiega «e comunque mi ispiro sempre alla pizza napoletana, che amo da sempre: quando ero piccolo e mio padre mi portava in pizzeria mi alzavo e andavo a guardare i pizzaioli al lavoro»).

Lui non si tira indietro davanti alle sfide, e con il suo progetto è riuscito a conquistare un folto pubblico anche nel locale di Boscotrecase dove è approdato da 2 anni, convincendo i titolari dell’American Bar a dedicare uno spazio alla pizzeria di qualità. Non a caso, al Pizza Up 2012 è stato premiato insieme a Renato Bosco, Fabrizio e Marcello Pasinelli e Ruggero Ravagnan per la categoria Comunicazione e Divulgazione.

Ha partecipato a Identità Milano

Gianfranco Iervolino nasce nel 1974 a Torre Annunziata, Napoli. Da sempre appassionato di cucina, si diploma nel 1990 come tecnico delle attività alberghiere. Dopo aver fatto stage in alberghi di lusso va in Gran Bretagna e inizia a lavorare nelle cucine. Al suo ritorno in Italia lavora come direttore di sala ma anche come barman e aiuto di chef stellati fino a che nel 1997 si ritrova quasi “per caso” a gestire una pizzeria, e a (ri)scoprire l’amore per l’arte bianca. Dal 2000 in poi inizia a lavorare per diversi locali, portando avanti il suo progetto e riscuotendo premi e successi. Due anni fa l’incontro con Nino Prisco, proprietario del Lucignolo, segna l’avvio di un progetto votato alla qualità.

Luciana Squadrilli

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